L’archivio Caffarelli conserva una serie di documenti che ci aiutano a capire quanto fosse grande ed esteso il potere della famiglia grazie alle sue interrelazioni con i rami nobiliari più potenti di Roma ma anche al di fuori della Capitale.
In particolar modo, fra il XVI e il XVII secolo, le cariche politiche rivestite dai membri della famiglia sono di rilevante importanza perché si collocano nell’alveo del potere esecutivo dell’epoca ovvero quello gestito dai magistrati della città e dai prefetti.
Ad esempio, al tempo del Sacco di Roma (1527) Giovanpietro seniore, sposato ad Ersilia Frangipane, fu prefetto del Tevere e di Ripa. Il figlio Ascanio fu Caporione e Conservatore di Roma nel 1569 e Priore dei Caporioni l’anno successivo, infine, il nipote Giovan Pietro juniore, Conservatore di Roma nel 1603, si occupò di seguire le costruzioni michelangiolesche del Campidoglio e del Palazzo dei Conservatori. Personaggi importanti e in vista a cui i potenti affidavano compiti o richiedevano servigi.
In questo contesto si deve collocare il documento datato 24 agosto 1607 a firma di Francesco Gonzaga, vescovo di Mantova, con il quale si dà incarico a Domenico Forapane (come Secretario del Monte Farnesiano) di occuparsi della divisione dei capitali fra i suoi nipoti, figli di suo fratello Ferrante e Isabella Gonzaga.
Francesco Gonzaga fu vescovo di Mantova dal 1593 fino alla sua morte nel 1620; nominato nunzio apostolico a Parigi dal Papa nel 1596, partecipò all’opera di riconciliazione fra Francia e Spagna. I nipoti citati nel documento sono i figli di suo fratello Ferrante marchese di Gazzuolo e principe di Bozzolo.
Il primogenito Scipione (nominato per primo nel documento) oltre ai terreni oggetto del mandato, ricevette in dono dallo zio vescovo anche il feudo di Ostiano di cui era marchese.
Il mandato è siglato con firma e sigillo di pregevole fattura. Quest’ultimo reca tutto intorno la scritta “F. Fran. Gonzaga Episcopus Mant” al centro lo stemma è quello istituito da Gianfrancesco Gonzaga, I marchese di Mantova al momento della sua elevazione al rango di marchese da parte dell'imperatore Sigismondo di Lussemburgo, nel 1433. Compaiono per la prima volta nello stemma le aquile imperiali a "volo abbassato" e la croce patente rossa, simbolo dal XII secolo del comune di Mantova o dei Cavalieri templari.
Nel testo di cui riportiamo nota oggi si parla di due luoghi e mezzo da garantire come credito ai familiari del vescovo. Cosa sono questi “luoghi del monte”? Il Monte era un istituto finanziario pubblico di deposito denaro che nacque nel 1526 con Clemente VII a causa di una disastrosa situazione finanziaria dello Stato pontificio. Le quote di questo monte furono chiamate “luoghi” e potevano essere vacabili cioè non trasmissibili per successione e, come in questo caso, non vacabili o perpetui cioè trasmissibili agli eredi. Inizialmente questi monti presero il nome dei Papi che li istituirono, poi della causa per cui venivano aperti o della famiglia in nome della quale venivano eretti.
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